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Museo Perloz

Lo spazio destinato al museo d’Arte Sacra della parrocchia di Perloz si trova nella parte sud est della chiesa parrocchiale, definita sacrestia nuova, edificata nell'anno 1914 e successivamente modificata nella struttura del soffitto, realizzato in tempi più recenti in latero-cemento. 

Details

Design

Museo Perloz

Client: Parrocchia di Perloz - Soprintendenza ai Beni Culturali della Regione Autonoma Valle d''Aosta

2021

Museo Perloz

Lo spazio destinato al museo d’Arte Sacra della parrocchia di Perloz si trova nella parte sud est della chiesa parrocchiale, definita sacrestia nuova, edificata nell'anno 1914 e successivamente modificata nella struttura del soffitto, realizzato in tempi più recenti in latero-cemento. 

L'idea di realizzare un museo all'interno della "sacrestia nuova" della chiesa parrocchiale dedicata al Santissimo Salvatore (Saint Sauveur) di Perloz era già venuta ad alcuni parrocchiani nel corso dell'anno 2005 e dal quel momento ho iniziato a redigere i primi studi che sono confluiti in un primo progetto articolato e preciso che doveva garantire l'esposizione di un corredo di oggetti, che nel tempo sono stati incrementati. L'idea del 2009 è stata sospesa fino alla fine dell'anno 2016 quando sono stato chiamato dal dipartimento beni artistici della Soprintendenza ai Beni e alle attività Culturali a rivedere il progetto di allestimento, confluito nell'attuale realizzazione. L’ idea originaria di realizzare spazi per conservare anche oggetti secondari è stata mantenuta e oggi le quattro teche di maggiori dimensioni offrono ampi cassettoni, che hanno consentito alla parrocchia di conservare gli oggetti che non vengono esposti ed eventualmente di realizzare in futuro delle rotazioni agli oggetti esposti.Un lungo e approfondito dialogo con Roberta Bordon, che ha indicato con profonda conoscenza quali oggetti dovessero essere esposti, ci ha condotti all’individuazione della corretta dimensione delle teche, ma soprattutto a curarne la definizione; abbiamo pensato alla “teca dell’altare”, la più grande, quella che nei cassettoni ha permesso di conservare le pianete quattrocentesche. Questa grande teca espone una serie di oggetti destinati all’altare: un tabernacolo, ampolline, una patena, diversi preziosi calici, tra i quali quello che i fedeli di Perloz amano particolarmente perché fu donato dalla Parrocchia al Canonico Monsignor L. Glesaz, originario di Perloz, nel 1958 in occasione dei suoi 50 anni di sacerdozio (egli era allora parroco della Collegiata di Sant'Orso e Canonico di Sant'Orso).Fino all'anno 2009 si era ritenuta compatibile l'idea di realizzare un accesso indipendente al museo per mezzo dell'apertura di una porta in continuità con la finestra esistente della "sacrestia nuova"; infatti i contatti e gli incontri effettuati con la Soprintendenza avevano permesso di superare la secolarizzazione della "sacrestia nuova" e di generare una nuova immagine della parte sud orientale della chiesa anche con la realizzazione di opportuni gradini per garantire l'ingresso al museo. Questa ipotesi fu superata dalla necessità di presidiare il luogo, in quanto, pur con la presenza di una bussola interna e di impianti di allarme anche sofisticati, il rischio di furti non poteva essere scongiurato. La scelta di non aprire il varco di accesso dal sagrato ha di fatto permesso di ottenere una parete espositiva in più dove potere collocare il presepio che in precedenza era stato scelto di non esporre.Le teche espositive per gli oggetti sacri sono nove e contengono Sculture, Reliquari tra cui il reliquario della spina di Cristo, suppellettili liturgiche, suppellettili processionali, abiti liturgici contenuti nei grandi cassettoni della “teca dell’altare”.La realizzazione della riqualificazione dello spazio è stata conseguita con isolante in lana di roccia, manto anticondensa e gessofibra, sia a parete che a soffitto, il risanamento da umidità della parte esterna della sola sala destinata ad ospitare il museo, il corredo elettrico generale e specifico per le teche, il corredo illuminotecnico generale della sala, il sistema di allarme della sala, la realizzazione di una porta di vetro chiudibile a chiave.

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Tale spazio fu quasi completamente riqualificato nel corso dei lavori di restauro complessivo della chiesa avvenuti nel corso degli anni 2008-2010; i lavori interessarono il risanamento della pavimentazione, il rifacimento degli intonaci e la sostituzione dei serramenti esterni. Figura 4: Schema planimetrico della Chiesa Parrocchiale di Perloz e collocazione del museoLe vetrine sono state progettate con tre tipologie differenti: le quattro teche d'angolo che ospitano statue, le quattro teche delle pareti lunghe che ospitano oggetti diversi, la teca centrale frontale all'ingresso che ospitare il presepe.Le quattro teche delle pareti lunghe sono a loro volta divise in tre categorie perché una di queste, definita "Teca dell'altare" per via degli oggetti per la celebrazione eucaristica qui contenuti, e soprattutto per le dimensioni del tabernacolo, possiede una maggiore profondità; la vetrina che contiene il crocifisso di Marine possiede larghezza e altezza interna differenti dalla teca opposta frontalmente perché è stato necessario riunire il crocifisso con la sua croce, la quale possiede dimensioni che non permettono di utilizzare le stesse estensioni.Le teche sono corredate da didascalie e due pannelli illustrativi espressamente studiati per il sito e arricchiti dalla storia della chiesa e del museo; sono tutte cablate elettricamente e sono illuminate da sorgenti a led che garantiscono l'illuminazione locale e puntuale degli oggetti sacri esposti: si tratta di lampade con temperatura del colore differenziata per valorizzare le componenti decorative degli oggetti esposti.La porta di accesso al museo dalla Cappella laterale del Rosario è stata integrata da una porta vetrata trasparente con stantuffo a pavimento e perno in architrave.Gli oggetti esposti sono in numero di 38, oltre al presepio che conta 25 piccole statue; tra questi oggetti le tre statue del Battesimo di Cristo e la Vergine con bambino costituiscono un patrimonio di grande interesse storico artistico.La sala del museo si trova circa 85 centimetri più in basso del piano di calpestio della chiesa parrocchiale e a 58 centimetri più in basso della Cappella del Rosario. Questa altimetria è certamente generata dalla morfologia del luogo che ospita la chiesa parrocchiale, di fatto un pendio scosceso e con roccia affiorante.Il nuovo progetto del museo d’Arte sacra della parrocchia di Perloz segue il percorso prima definito, ma affronta il tema con maggiore razionalità individuando tipologie di teche replicabili per ridurre in parte i costi, tale scelta è stata possibile grazie all'idea di regolarizzazione dello spazio interno. Figura 6: Ipotesi di edificazione della Chiesa Parrocchiale di Perloz da me elaborato, anno 2010. Le teche sono state tutte realizzate con la stessa tecnica: legno multistrato marino accoppiato a una finitura in laminato di colore sabbia per l'esterno e in colore bianco polare per le parti interne. La parte posteriore è stata realizzata con intercapedine per garantire l'adeguato smaltimento del calore generato dalle sorgenti Led; esse sono montate su ruote per poterle spostare in caso di necessità e per potere intervenire nelle manutenzioni e nel restauro degli oggetti qualora si rendesse necessario, sono dotate di vetro stratificato temperato trasparente extrachiaro. Tutte le vetrine alla base nascondono una fresatura che contiene un profilo Led a luce continua a basso voltaggio e a 2 Watt/metro: questo elemento ha la funzione di generare l'idea che esse siano sospese. Le vetrine espositive sono provviste di un sistema interno per il controllo passivo del microclima a base di sali di silice con funzione di tampone igrometrico; i sali sono pre-condizionati con punto di taratura dell'umidità relativa in relazione ai materiali che devono essere conservati.